La storia di Alessandro

Alessandro è il nostro primo figlio, desiderato e atteso con tutto il cuore, è stato concepito grazie a un inseminazione artificiale a Copenaghen. 

 

Al primo tentativo sono rimasta subito incinta, la mia gravidanza sembrava perfetta, nessun malessere, la pancia cresceva, andava tutto bene... Poi al quinto mese facemmo la morfologica, il dottore che stava facendo l'ecografia ci metteva stranamente troppo, ad un certo punto ci chiede di andare "a fare una passeggiata perchè il bambino non è girato bene", noi uscimmo dalla stanza ed eravamo serene, non sospettavamo di nulla... dopo qualche minuto il dottore ci richiamò e nella stanza con lui era presente anche la nostra ginecologa che lavorava proprio in quell'ospedale, la salutammo stranite e fu proprio lei che ci disse: 

 

"Abbiamo notato una malformazione polmonare, sospettiamo si tratti di un sequestro polmonare" prima di spiegarci bene in cosa consistesse la displasia polmonare tentò di tranquillizzarci dicendo "Anche nel peggiore dei casi non è grave, si vive anche con un solo polmone.". I giorni successivi li ho passati su internet a cercare di capire che cosa fosse successo e di cosa si trattava.

 

Fu la nostra ginecologa (e ormai amica) che ci indirizzò all'ospedale Buzzi di Milano. Facemmo mille visite, una risonanza magnetica e alla fine ci confermarono la diagnosi: sequestro polmonare. 

 

Inoltre avevano sospettato un ernia iatale o diaframmatica perchè una parte dello stomaco tendeva a risalire dal diaframma, però era minuscola, con il bianco del sequestro polmare dall'ecografia non era chiaro. 

 

Bisognava aspettare la nascita di Alessandro, "Vediamo come reagisce all'aria..." ci dissero. Come reagisce all'aria? Deve respirare! cosa vuol dire "come reagisce?". 

 

Ricordo lo smarrimento, l'angoscia e la preoccupazione di quei giorni. Facevamo inizialmente un'ecografia ogni due settimane poi man mano che ci avvicinavamo al termine un ecografia alla settimana. 

 

Durante le ultime visite all'ospedale Buzzi ci dissero che il bambino doveva nascere lì, che gli avrebbero tenuto una culla in terapia intensiva per ogni evenienza.

 

Alessandro nacque a Novembre con parto naturale alla 39esima settimana. Non pianse quando nacque, tentò di fare due respiri e non fece in tempo a tentare di fare il terzo che la neonatologa se lo portò nell'altra stanza, guardai la mia compagna e gli dissi "Seguilo!". La dottoressa aveva già messo ad Alessandro la mascherina con l'ossigeno, gli effettuò un paio di manovre e si assicurò che il bimbo respirasse da solo e che andasse tutto bene. 

 

Poi lo portarono in terapia intensiva. Dopo qualche ora potemmo vederlo, aveva l'ossigeno in dispersione in culla ma respirava da solo, ci dissero che prima di attaccarlo al seno volevano effettuargli una tac, perchè sicuramente avrebbero dovuto operarlo, ma visto che stava bene e respirava da solo non gli fecero l'esame di urgenza.

 

Al 5 giorno di vita Alessandro fece la tac, durante il pomeriggio, ricordo la dotToressa arrivare da me di corsa e dirmi "Lo operiamo subito, l'ernia è diaframmatica! Il sequestro polmonare la nascondeva". Lì è crollato tutto il mondo, in un senso di vuoto ho chiamato Dani che è corsa in ospedale. 

 

Aspettammo l'arrivo del chirurgo che ci avrebbe spiegato l'operazione. L'ha operato il primario di chirurgia dell'ospedale Buzzi, Alessandro aveva un sequestro polmonare di tipo misto CCAM I e II, interessava tutto il lobo inferiore sinistro, inoltre il cuore andava riposizionato perchè si era spostato a causa della CCAM. 

 

La cosa + preoccupante era l'ernia diaframmatica, sapevamo che il sequestro polmonare in qualche modo aveva fatto da "tappo" visto che l'ernia sembrava molto piccola, ma non potevano saperlo finchè non l'avrebbero operato. 

 

Preferisco non raccontare tutte le possibili conseguenze di un operazione così complessa, vi assicuro che la dottoressa che ci ha spiegato benissimo l'operazione di Alessandro ci ha spiegato benissimo anche tutto quello che poteva succedere dopo. 

 

Ha concluso dicendo che l'avrebbe operato la mattina successiva perchè voleva l'ospedale pienamente funzionante e un equipe da lei scelta. Alessandro quindi è stato operato a 6 giorni di vita, l'operazione durò 7 ore, le più lunghe delle nostre vite.

Seguì una settimana di prognosi riservata, Alessandro era intubato e con milioni di tubicini che uscivano dal suo corpicino. Siamo stati un mese in terapia intensiva, Alessandro migliorava giorno dopo giorno, quando abbiamo potuto portarlo a casa eravamo colme di gioia.

 

Il primo anno di vita è stato in salita devo ammetterlo, siamo finiti in ospedale parecchie volte, il residuo di polmone sinistro si infiammava continuamente producendo catarro e lui faceva fatica a respirare. "Man mano che cresce diventerà più forte" ci dicevano, ed io non vedevo l'ora che questo fosse vero. Ho trovato una pediatra bravissima che non si è fatta spaventare dal caso di Alessandro e ci segue molto bene.

 

Adesso Alessandro ha due anni e mezzo è un bimbo bellissimo e vivacissimo. La cicatrice dell'intervento è molto lunga ma ormai è un segno di matita, quasi non si vede. E' vero che è diventato + forte, conoscendolo adesso sembra impossibile tutto quello che ha già passato. Ormai vediamo solo lo pneumologo sempre meno anche se ovviamente continuiamo le visite periodiche di controllo.

 

Mamma Mary e Mamma Dani e Alessandro.

Contatti : certeluci@gmail.com